colore
il mondo l’hanno colorato il verde o il rosso sono una bandiera a volte un sentimento o una preghiera infuso nei colori il mio pensiero si macchia di una colpa che non ho. giace in virtù dipinte uguali dove ogni sogno è senza verità
voglio un mondo in bianco e nero da potere colorare senza andare a mendicare la mia diversità di osare
il mondo nasce dentro me e il mio colore gli darò non sarà vizio non sarà virtù ma la mia fuga dalla schiavitù
la chitarra di Carmen
io piango nella siepe spiando un fiore in orgasmo vago nella notte quando la chitarra di carmen profuma di note la mia schiena e la mano s’incammina al pallore del lago con il passo furtivo che si accosta a predare
oh! chitarra di carmen che suoni il rosso del fiore sfinito oh! chitarra di carmen che suoni il bianco del mio desiderio fuggito oh! chitarra di carmen che suoni il niente del mio amare infinito
io piango nella siepe curando un fiore appassito spento nel giorno quando la chitarra di carmen ignora di luci la mia bocca e la mano si abbandona alla fuga della parola che si appresta a migrare
indecente
era sul fiato dell’onda una pietra lanciata a segnare una sosta ricordo di un figlio fuggito dal fiore del più amaro roseto
oh! sì il vento si fece invadente mi chiese se fossi innocente un soffio mi rese indecente
… e la ebbrezza triste di un lontano sole sui capelli dipinse il mio rossore…
ora sul fondo dell’onda una pietra segnale di un gesto negato ricordo del fiore strappato dal cuore di chi avevo amato
oh! sì il vento si fece invadente mi chiese se fossi innocente un soffio mi rese indecente
confusa
confessione rivelata nell’andare di una duna confessione abbandonata nell’incenso di una sera confessione profanata nei silenzi di un casa
confusa sono confusa tra le rughe di una mano che mi implora mentre io mi piego al tempo confusa sono confusa sono estranea al tuo rimpianto che si offre come un canto
confessione poi esaudita tra le ombre della strada confessione poi negata tra i profumi di una chiesa confessione poi tradita tra le attese di una rosa. confusa sono confusa tra la voce di una donna che mi invoca mentre io mi spingo al sogno confusa sono confusa sono offesa in un inganno che si offre come un canto
oltre il canto
nulla possiedo oltre il canto se non il timore di amare ma contro il silenzio del giorno non ho altro coraggio nessuno mi ha udito nessuno mi ha salvato in una ossessiva lontananza ho associato al tempo il mio canto
e una poesia leggo e mi regala un verso di tormento la fame di tenerezza è quasi un dono segreta alle mie labbra la tua notte
nulla possiedo oltre il canto per sanguinare l’odio che come mura chiude il mio rosario un respiro di luce si è perso nel languore il mio sorriso pigro trascina un’idea astratta promettente per chi parte ora nel peccato gemiti impossibili da scrivere o cantare
bernardette
era il pensiero altrove e il cielo nella terra diventò granito smeraldo i suoi occhi al limite del fuoco dove tutto brucia ma non il sospiro sospiro bernardette lieve come un volo tra il petalo e lo stelo di un fiore mai reciso
poi si fermò la luce e la luna nel mare diventò diamante rubino la sua bocca al limite del vento dove tutto fugge ma non il sorriso. sorriso bernardette forte come un bacio tra la passione e il niente di un bene mai svelato
sai che non ritornerai e sul tuo grembo mai ripeterò il domani mai bernardette
io sono te
candore di una neve mai fioccata lo sguardo sulla spalla mi ha sfiorato profumo di sorriso mai svelato riverbero di annunci intimiditi io sono te
ghiaccio scorso tra le labbra che quieta o svela ogni promessa o attesa carezza che si posa sulle tempie sostiene il desiderio e poi lo assedia
io sono te senza un perché o un per me sono una donna denudo la tua spalla e chiudo il manto
tempesta scesa tra le braccia che quieta o svela ogni passione o intesa incanto che si china su una piega attende la rinuncia e poi la insidia.
barbara
tra la sabbia e il mare siamo sospese al vento orme senza riposo che vagano in un niente dove ci porta il tempo il tempo che consuma un grido o un pentimento sentimento fiorito nell’occhio di un uccello che sulla riva posa un uovo già dischiuso miracolo del senso del senso che dà nome a una preghiera muta muta come lo sguardo tra la sabbia e il mare due ciglia che dibattono l’amore barbara l’amore che divide tra la certezza e il pianto l’amore che divide tra la tristezza e il canto
ed io sospesa al vento fermo questo tempo sono un orma del senso e il mio canto è eterno
un amore fatale
per un amore fatale la luna si adagia su un ramo sommessa è la corsa sul prato. tra gente indifferente e una riviera improvvisa
cade il giorno delle stelle dove segno il mio destino per far dono di un cestino di mimose e di lillà per gridare il mio stupore per vestire il tuo sorriso
e la luna vola via per una corsa solitaria tra rimpianti e cose sciocche che non hanno alcun sapore che dimenticano l’ardore che non dicono di andare via correndo per il prato scavalcando la riviera adagiandosi su un ramo per restare ad ascoltare un amore fatale
e la luna vola via per una strada abbandonata tra sterpaglie e cose vecchie che non hanno più l’odore che poi schiantano il tuo cuore che non dicono di andare via correndo per il prato raggiungendo le tue stelle per un amore fatale
pericolo
ho costruito il cuore con il pericolo pericolo mi dico che mi conduce alla notte del possesso oltre la barricata di una ferita azzurra ma di sangue viviamo e il pericolo è un sorso di purezza il sonno sicuro delle pupille bendate
pericolo mi dico in quella corsa a baciare la tua voce rubando la gioia e festeggiando la mia forza ma di paure viviamo e la paura è un’orma di certezza la tempesta che brucia la sua fiamma
ho costruito il cuore con il pericolo un inno che sostiene la mia luce crescendo maturo ora che ti respiro
la condanna
una condanna senza scampo senza potere più fuggire da questo abbraccio che mi piega a ogni volere il sangue mente e non sa gioire mentre brucia la carne e forse un mio dovere
certo non si comprende quanto io sia diversa da tutta la banalità fatta di inchini e regole
una condanna senza scampo segnata sulla pelle estranea poi marchiata mentre la folla grida e mi deride nuda nuda per l’innocenza di una verità sgradita di una passione osata
per gli occhi chiusi é un gelo la mia vita segnata dai perché di una domanda ignara legata ad una scusa di una emozione ignota ma non si saprà!
canzone per me
un uomo inconcludente uno stanco mentitore con il sogno per cappotto e un inutile passato isolato ed ignorato qualche volta anche esaltato era un gioco divertente ripetuto estenuante ma… i secondi stracciano la vita e i suoi occhi vanno via vanno verso le emozioni del suo essere niente allestite dal silenzio e mi lasciano sgomenta tra bandiere senza vento commozioni senza tempo e… i miei occhi vanno via nell’azzurro del rimpianto del suo senso del capire uno sguardo di dolore quando fugge il primo amore tra sospiri ora immanenti narrazioni incandescenti
i suoi occhi vanno via i miei sogni vanno via spendo un sogno di magia canto un raggio di passione orgogliosa verità
ma i suoi occhi senza me …
profumi confusi
profumi confusi tra fotografie sbiadite tra ninna nanna stanche tra storie inaridite tra ipotesi proibite
profumi confusi di una vita indecifrata che ora filtra il suo delirio tra le labbra già frementi di una viola ormai baciata
e il tuo profumo viola la mia carne riveste il senso che c’è in me e come l’ombra di un giardino del sole racconta il calore
e il tuo profumo piaga il mio candore denuda l’ansia che c’è in me e come il sonno del mattino svela l’infinito che già c’è
profumi confusi di una vita assaporata che ora insegue il tradimento tra i sussurri già invadenti di una viola ormai sfiorita
le carte degli amanti
carte colorate per date abbandonate disegni senza grigiodove si traccia il tempofilastrocche e fiabe di fate ormai svanite celate in uno scrittoormai senza rimpiantomischio le cartescopro la mia vita
ma nei tuoi occhi leggo il mio passato le nostre mani unite fanno di noi due uno siamo noi anime ansiose legate scritte su fragili corpi confusi senza rumore amando misteriosi sospesi tra te e me
carte colorate scoperte improvvisate andanti senza notedove ci chiama il giornoimpressioni e attese per esperienze osate confuse in un perchéche ci tormenta dentromischio le cartegioco la mia vita
ma nei tuoi occhi leggo il mio destino le nostre mani unite fanno di noi due uno
siamo noi anime ansiose legate scritte su fragili corpi confusi senza rumore amando misteriosi sospesi tra te e me
prede del silenzio
siamo prede del silenzio di un femminile suono mai ritornato dall’esilio. non cambieremo le lettere dei nostri nomi recitati tra noi nel bianco luogo dove si taglia l’orizzonte.
siamo prede del silenzio. tra le spine inebriate di rose senza oppio ed il nostro oro è un lecito liquore stagionato dalle notti dove mutiamo il gioco dell’errore più lieve tra porte aperte che ci strappano il cuore.
siamo prede del silenzio di un femminile suono mai ritornato dall’esilio. non cambieremo il segreto delle lune d’argilla sognate tra noi nel rosso rubino dove si infiora l’indugio.
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